Randagismo

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Roberto Perri, sindaco di Dipignano passa al contrattacco e in riferimento all’articolo di martedì 29 marzo, pubblicato sul nostro giornale, spiega ai cittadini dipignanesi e non, le sue verità sul problema del randagismo.
“Da circa dieci anni è presente nel territorio di Dipignano – dice il sindaco - un gruppo di volontari che ha inteso occuparsi spontaneamente dell’assistenza a favore dei cani randagi, senza che tale assistenza fosse stata formalmente richiesta dall’Amministrazione Comunale. Come istituzione al fine di agevolare l’azione di detti volontari e sostenerne l’iniziativa abbiamo messo a loro disposizione dapprima uno spazio recintato nei pressi dell’ex mattatoio in via Petrone e successivamente con delibera dell’01/08/1996 il ricovero d’emergenza dei cani randagi già custoditi in un vecchio immobile comunale posto in località Ferrari”.
Roberto Perri tende a sottolineare il fatto che a Dipignano non esiste nessun canile comunale riconosciuto a norma di legge e anzi dal 1999 il Comune ha ritenuto opportuno trasferire i cani presenti nella struttura di via Petrone presso il canile Cino Sport di Mendicino, riconosciuto idoneo dall’ASL, previa stipula di un’apposita convenzione.
“Dal 1999 quindi – continua il sindaco Perri – i cani randagi vaganti sul territorio comunale che venivano accalappiati sono stati regolarmente avviati verso il canile Cino Sport con il quale annualmente si è provveduto a rinnovare la relativa convenzione”. Per effetto di tali convenzioni risultano presenti presso il canile, al netto di decessi e adozioni, 20 cani con una spesa annua a carico del comune di circa 25 mila euro.
“Se dovessi addossarmi come Amministrazione anche le spese di altri 90 cani come chiede il signor Celani – dice Perri – sul bilancio comunale graverebbero circa 100 mila euro alla voce Contributi per Volontari Assistenza Cani. E mi sembra che sia un pò esagerato per un piccolo comune come Dipignano”.
“Ma perché – continua Perri – nell’ articolo non è stato scritto che nel corso degli anni i volontari, che agivano per proprio conto e non in sostituzione del Comune, con il quale non è mai stato instaurato un rapporto giuridico di alcun genere, hanno raccolto e accettato a dismisura, senza autorizzazione, cani provenienti da ogni parte o da privati cittadini desiderosi di disfarsi del cane di proprietà? L’Amministrazione Comunale oggi ritiene giusto adempiere a quanto richiede l’AS4 relativamente ai cani di pertinenza del Comune e agli obblighi di legge quali la prevenzione del randagismo, la cattura di cani vaganti e il successivo ricovero in canile sanitario, riconosciuto idoneo dall’AS4, l’aggiornamento continuo dell’anagrafe canile. L’adempimento è inoltre riconosciuto per un numero massimo di 20 cani, residuo del nucleo originario di cani presi spontaneamente in carico da parte dei volontari, mentre l’Amministrazione disconosce la propria responsabilità per tutti gli ingressi successivi verificatisi nella struttura, mai autorizzati dal comune”.
Alle arringhe del sindaco Roberto Perri si aggiungono anche le critiche nei confronti di Massimo Celani dei cittadini dipignanesi. “Il signor Celani non si è dimostrato un buon docente universitario ma piuttosto un bidello scontroso – è questo il pensiero dei cittadini – Non può permettersi di sputare sentenze disprezzando e screditando un intero paese. Dipignano, va ricordato a Celani, è un paese ricco di tradizioni storiche e culla natia di personaggi eccellenti e non può essere infangato con frasi spregevoli e indegne come quelle scritte da un quarantenne che fa i capricci”.