Festeggiamenti S. Oliverio

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Ritornano dopo circa un decennio i festeggiamenti in onore di S. Oliverio Martire, patrono e protettore di Laurignano.

"Non potendo essere martiri, almeno dei nostri testimoni riscopriamo la grandezza e la fecondità" così scriveva S. Ambrogio facendo diventare il culto di certe personalità una privilegiata sorgente di fervore ecclesiale. E così dopo alcuni anni Laurignano ha festeggiato, la scorsa settimana, il santo martire Oliverio, patrono principale della comunità religiosa e civile. E' stata una riscoperta di un tesoro di famiglia ormai dimenticato che si desiderava, da tempo, tornasse a riconquistare nella coscienza della collettività il suo giusto rilievo. Questa festa ha infatti segnato per secoli la storia locale.

"Dopo il lungo periodo di dimenticanza e di oblio - tiene a sottolineare Tonino Scarcello, fra i più attivi promotori della rinata festa -  sono ritornati i festeggiamenti in onore di S. Oliverio Martire, voluti fortemente da un comitato spontaneo di fedeli ma soprattutto da padre Giovanni Battista Marino, il nostro parroco da ormai un anno. Come Laurignanesi abbiamo salutato l'iniziativa con entusiasmo, pronti a coglierne tutti quegli auspici (lo spirito religioso, la coscienza dell’identità e dell’appartenenza) ad essa saldamente intrecciati".

Riproporre a distanza di anni la celebrazione liturgica del culto di S. Oliverio, patrono e protettore di Laurignano, ha significato per i laurignanesi soprattutto, riavvicinarsi con rinnovato fervore ad una tradizione particolarmente sentita dalla comunità parrocchiale, che affonda le radici in tempi remoti e che unisce idealmente all’animo e alla fede degli antichi padri.

Ma chi era questo martire della fede? Chi ha introdotto il suo culto nella contrada di Laurignano? Come vi è arrivato? Rispondere a questi interrogativi è compito arduo, visto che di lui si sa poco o nulla. Alcune fonti agiografiche ne ignorano persino l'esistenza, altre non fanno alcun cenno alla sua vita, ai luoghi del martirio, all'epoca in cui è vissuto.  

Sicura è  la presenza di una chiesa parrocchiale dedicata a Sancti Laberii, poi Sanctus Laberius, attestata in due documenti della Cancelleria Vaticana, il primo dei quali datato 25 gennaio 1413. Sin dalle sue origini, il culto di S. Laverio si è perpetuato ininterrottamente fino ai nostri giorni, connotandosi, specialmente nei secoli dell'Evo Moderno, come momento catalizzatore della devozione e religiosità popolare laurignanese. Tra XV e XVI secolo, nel ristretto ambito del contado, la parrocchia di S. Laverio aveva la prerogativa di chiesa battesimale e matrice, e attendeva all'amministrazione dei sacramenti e cura animarum dei fedeli.

S. Lorenzo, S. Nicola e SS.mo Salvatore erano invece altre parrocchie sine cura sparse sul territorio. Dopo il concilio Tridentino, S. Laverio è rimasta la sola parrocchia in territorio di Laurignano di cui si hanno notizie certe. Tra Medioevo ed Età Moderna, in una realtà sociale ed economica segnata dalla precarietà esistenziale, dalla fame e dall’indigenza, S. Laverio rappresenava per i Laurignanesi un referente privilegiato, un intercessore con cui instaurare un rapporto diretto e appagante; prostrarsi ai suoi piedi rinsaldava la fede, in fiduciosa attesa dell’intervento miracoloso. A lui ci si rivolgeva per invocare protezione dalla natura infida, un buon raccolto, una sana figliolanza, una grazia.

"In questa nostra epoca gravida d'inquietudine e avviluppata nella mediocrità - conclude Tonino Scarcello - s'impone sempre più vibratamente il bisogno di una riscoperta delle nostre radici e della nostra storia. Di qui discende il significato intrinseco di questa commemorazione liturgica, una professione di fede che abbiamo il dovere di preservare dalla polvere dell’indifferenza per tramandarla alle generazioni future. Come testimonianza, come battito profondo dell'animo di una comunità".