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Lunedi 4 ottobre 2010 , è stato presentato, nel
salone degli schizzi della Basilica Madonna della catena
il libro di Antonio Scarcello "Ad Loca Sancta...."
Pellegrini e pellegrinaggi nel Medioevo. Era presente
Giuseppe Nicoletti nella veste di moderatore, sono
intervenuti Eugenio Rovito presidente Osservatorio
Sociale, Padre Augusto Sagaria superiore della Basilica
Madonna della Catena, Maria Pernice Seminario
Arcivescovile, Maria Rosaria Salerno docente
dipartimento di storia Università della Calabria. |
dall’Introduzione di A. Scarcello
Nel Mezzogiorno d'Italia – e specialmente la Calabria –
ha conosciuto quasi stabilmente miseria e isolamento;
una terra di frontiera aspramente contesa, oltraggiata
da politiche fiscali opprimenti e dalla forza destruente
della natura, in balia di soldataglie e soggiogata dai
potentati Fattori, questi, che ne hanno modellato la
fisionomia del territorio e forgiato la forma mentis
delle sue genti, rallentandone nella longue durée i
processi di normalizzazione delle strutture
politico-istituzionali e l’evoluzione del suo sostrato
sociale.
In questa dimensione storica s’inquadra la pratica del
pellegrinaggio, un tema fondante nella storia della fede
e dell’incivilimento, attraverso il quale l’homo viator
(mercante, religioso, soldato, uomo comune) ha
realizzato le ragioni di fede, di relazioni e
comunicazioni divenendo vettore di valori sociali e
culturali. Pellegrinaggio inteso anche come esperienza
dello spirito e pratica di pietà autenticamente
sofferta, votiva o penitenziale, attraverso la quale le
popolazioni calabre anelavano al miracolo e al riscatto
da una condizione di indigenza; pellegrinaggio che
esprimeva la sua funzione salvifica nel cammino di fede
e redenzione verso le mete di culto disseminate entro i
confini regionali (peregrinationes minores) – il più
delle volte sperduti santuari mariani di montagna –
oppure in direzione delle grandi e rinomate mete della
cristianità: Roma, Gerusalemme, Compostella, le
cosiddette peregrinationes maiores». |