LA TRADIZIONE -
Secondo la mitologia greca fu Demetra. dea delle messi, - Cerere per i
Romani -a donare ali uomo i cereali, in particolare il frumento da cui
appunto si ricava la farina per panificare. Da sempre il pane ha avuto
una sacrali! che nel mondo greco prima e romano poi era legata alla
fecondi! della terra, tanto che Demetra era celebrata durante i riti
dei misteri eleusini e ad essa veniva offerto il pane Thargelos
preparato con la prima farina dopo la mietitura durante le feste
rurali che nell' antica Grecia si svolgevano da metà maggio a metà
giugno, epoca della raccolta del grano.
Nella cultura e religione cristiana il pane assume centralità legata
alla metafora del corpo di Cristo: 'Questo il mio corpo" e con l'
identificazione ostia-corpo di Cristo si compie un processo di
sublimazione del pane che da alimento diventa anche mezzo di
comunicazione capace di trasmettere significati profondi.
' Dacci oggi il nostro pane" recita la preghiera base della religione
cristiana-cattolica: dove pane sinonimo di cibo, perchè nel cuore del
Mediterraneo, dove tale religione si è sviluppata, la cultura del pane
ha avuto origine e diffusione. Così questo alimento un tema ricorrente
nella simbologia cristiana. Come esempio basterà ricordare che ad
Adamo - scacciato dal Paradiso - fu imposto: 'Ti guadagnerai il pane
con il sudore della fronte".
Nei primi secoli dell' era cristiana i pani ecumenici erano molto
grandi, a forma di ciambella. Dopo 1' XI secolo divennero più piccoli
anche per aderenza alla realtà storica (gli Ebrei usavano pane azzimo,
non lievitato). Soltanto dalla metà del XIII secolo il pane
eucaristico divenne ostia di finissima farina di grano cotta su
appositi ferri dapprima ad opera degli stessi sacerdoti;
successivamente la preparazione delle ostie fu affidata alle monache
nei conventi.
Ancora oggi il pane ha conservato un valore simbolico legato alle
feste: basti pensare ai pani speciali realizzati per la festa di San
Nicola (6 dicembre). Santa Lucia ( 13 dicembre). Sant'Antonio (giugno)
e molle altre che variano da paese a paese: del resto il panettone
natalizio presente m tutto il mondo, che altro se non un pane dolce?
Così per la nostra colomba pasquale.
UN PO" DI STORIA - Il pane uno dei cibi più antichi dell'
umanità,realizzato attraverso i secoli con grano vario; fra i primi
cercali usati, si ricordano il miglio e le ghiande. I chicchi venivano
prima frantumati e poi abbrustoliti su pietre caldissime. Se ne
ricavavano delle gallette che figurano ancora fra i cibi rituali in
alcune culture. La pietra fu successivamente chiusa con un vaso di
terracotta ottenendo così il primo rudimentale forno.
Incerta l' epoca della nascita del frumento le cui tracce - trovate
nella caverna di Merkenstein in Austria - lo fanno risalire al periodo
Paleolitico; altre all' età neolitica (6000 anni avanti Cristo). Per
la provenienza ci è gradito dar fede - fra le molte ipotesi - allo
storico Diodoro Siculo (I secolo a.C.) che rivendica la Sicilia (Trinacria)
come patria legittima del frumento in quanto in questa terra cresce
spontaneo il Tricutum villosum che attraverso la coltivazione si
sarebbe trasformato in Tricutum sativum,usato per la panificazione.
certo che il frumento con cui oggi viene preparato il pane il
risultato di vari incroci e pertanto ben diverso da quello degli
antichi. Possiamo per affermare che il pane realizzato in vari modi e con vari
elementi presente nella storia di di tutti i popoli della Terra. In età
romana, già all' epoca dell'imperatore Augusto a Roma vi erano trecento
forni. I mulini pubblici venivano edificati vicino ad essi per realizzare
agevolmente il ciclo della panificazione. Rispetto ad altri popoli
antichi i Romani iniziarono tardivamente (circa a metà del II
secolo a C) a tare il pane. Secondo lo
storico Plinio furono alcuni prigionieri Macedoni a insegnare ai
Romani l'arte della panificazione che
ben presto divenne un lavoro assai
redditizio e socialmente considerato
tanto che nacque spontaneamente il
collegio dei pistores.
Per l' istituzionalizzazione del
mestiere del fornaio bisognerà
giungere in Italia all' epoca dei
Comuni e delle Signorie; e
precisamente al XIV secolo, quando
ha inizio una vera e propria arte della
cucina italiana. Nacquero un pò
ovunque le corporazioni composte
da Fornai e Pistori con Statuti che
regolavano in modo rigoroso sia l'accesso che l'esercizio di questo
mestiere che andò via via
sviluppandosi in una produzione
varia per qualità e tipologie.
Alcune curiosità da segnalare: nel
1300 furono realizzati dei panini bianchi detti da bocca, utilizzati
al posto dei tovaglioli. il pane del boia che
i fornai furono obbligati per
legge a realizzare - veniva
consegnato capovolto in segno di
disprezzo. Ancora oggi sgradito il
pane capovolto sia quando si porge
che quando si mette in tavola,
avendo assunto nella credenza
popolare un significato negativo di
porta sfortuna che si è trasformato
in una regola di galateo.
Nei fasti culinari del Rinascimento
(famosissimi quelli fiorentini dei
Medici) le numerose portate erano
sempre accompagnate dal pane che
compare per anche nei pasti frugali
che si consumavano nelle botteghe
di Leonardo da Vinci e di
Michelangelo che quando lavorava -così vuole la tradizione - mangiava
solo pane.
Sarà per l'Ottocento il secolo in cui
vengono condotti studi sulla
composizione e sul valore
energetico degli alimenti e in cui si
diffondono colture di frumento
selezionate per ottenere farine
sempre migliori per una
panificazione sempre più raffinata.
Conseguentemente progredisce
anche la macinazione che viene
realizzata con una macina a doppio
cilindro, via via perfezionata per l' eliminazione delle impurità . Si
costruiscono le prime impastatrici,
si migliorano i forni, si svincola l'arte del pane dal potere
governativo per consentire la
concorrenza nella convinzione che
avrebbe migliorato il prodotto e
contenuto i prezzi dell' alimento in
assoluto il più diffuso in tutto il
paese.
Del 1875 la famosa Inchiesta
Agraria di Stefano Jacini che
evidenzia il pane come alimento
base per gli operai, mentre ancora il
consumo della carne era molto
basso.
Nel nostro secolo il pane da un lato è stato migliorato attraverso l'uso di
miscelare più farine allo scopo di
arricchire il potere nutritivo; da un
altro ha subito il processo di
industrializzazione che, se è vero
che assicura l'igiene, altrettanto
vero che appiattisce i sapori in un
livellamento che fa rimpiangere antiche fragranze solo in parte
compensate da speciali lavorazioni.
a cura della
redazione del "il fermento"
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