In ricordo di Giuseppe Palombo

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“Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore…e Giuseppe era un giusto…” con queste parole dal Libro della Sapienza, don Cosimo de Vincentis, parroco di Dipignano, ha ricordato il giovane carabiniere Giuseppe Palombo ucciso barbaramente dalla mano omicida di un folle a Cariano in provincia di Lecce lo scorso mese di luglio.

Tutti i dipignanesi ricordavano quel giovane carabiniere che per circa un decennio prestò servizio presso la caserma locale.

Giuseppe lo sportivo, Giuseppe mister sorriso, come lo chiamavano da queste parti, Giuseppe l’amico di tutti e soprattutto Giuseppe dal cuore d’oro; si sono sprecati gli elogi per questo ragazzo che ci ha lasciati troppo prematuramente.

E durante l’omelia un’ intero paese si è stretto idealmente intorno alla famiglia di Giuseppe.

“Era doveroso ricordare e celebrare la morte del giovane appuntato dei carabinieri – ha detto il maresciallo Lorelli, comandante della stazione dei carabinieri di Dipignano – pur non avendolo conosciuto tutti in paese mi hanno parlato bene di lui. La figura della sua persona, squisita e disponibile, ha sempre camminato parallela con la figura che rivestiva professionalmente, carabiniere ligio al dovere e vero”. 

Ed insieme alla gente a dare l’ultimo saluto a Giuseppe c’erano i militari delle stazioni di Dipignano e Carolei, il Comandante della stazione di Cerisano Francesco Parise, i sindaci del comune di Dipignano e Paterno Calabro.

I fatti. Giuseppe Palombo è stato ucciso con una fucilata da Pierino Caputo, 74 anni. L'anziano era esasperato dagli schiamazzi di alcuni ragazzini.

Secondo la ricostruzione dell’ accaduto resa nota dagli investigatori, Palombo insieme con il collega, era in servizio di pattuglia alla periferia di Cariano quando ha visto due ragazzini che correvano chiedendo aiuto. Uno dei due ha detto che un uomo armato con un bastone aveva aperto la porta di casa, dinanzi alla quale stavano giocando insieme con un altro coetaneo, e li avrebbe minacciati perchè infastidito dai loro schiamazzi. L’ anziano li avrebbe quindi inseguiti e, una volta raggiunti, avrebbe colpito con il bastone uno dei tre ragazzini.
I militari si sono quindi diretti verso l’ abitazione di Caputo, indicato dagli adolescenti come l’ aggressore; hanno bussato alla porta di casa per invitarlo ad essere più tollerante. L’ anziano ha aperto la porta imbracciando il fucile e ha sparato a bruciapelo; il colpo ha ferito al petto Palombo, il quale è riuscito solo a fare pochi passi indietro e a portarsi all’ esterno. Il militare è morto mentre veniva trasportato al vicino ospedale di Copertino.

«Palombo era un giovane militare modello – ha ricordato ancora il maresciallo Lorelli - esemplare nell’ espletamento del dovere, ligio e scrupoloso nel servizio; è caduto mentre era impegnato in una operazione di controllo del territorio finalizzata a prevenire azioni delittuose per dare serenità alla gente pacifica. La sua morte ci lascia sgomenti per come è giunta, improvvisa, inaspettata”.

La funzione religiosa si è conclusa con un lungo applauso per Giuseppe, un applauso che ci riporta indietro nel tempo quando veniva applaudito durante i tornei estivi per le sue capacità agonistiche.

 

Giuseppe Palombo