Ormai mancano pochi giorni al turno elettorale e si
intensificano i comizi e gli incontri con i cittadini dipignanesi. Ogni
incontro come vuole la tradizione è anticipato e pubblicizzato da un comunicato
audio; infatti girano per il paese macchine ricoperte di manifesti che
ricordano ai cittadini l’appuntamento del giorno con quella o quell’altra
lista: “Questa sera, alle ore 20.30…..”.
Ai comizi poi partecipa un elevato numero di persone che
rappresenta come in tutti i paesi di provincia 4 diverse categorie: i
sostenitori, gli incerti, i curiosi e i critici (perché appartenenti ad una
lista diversa). E durante gli incontri ogni candidato espone le linee generali
del suo programma, non risparmiando
anche qualche battuta ad effetto ed al vetriolo agli altri candidati.
I programmi poi sono tutti uguali: acqua potabile;
viabilità; raccolta rifiuti salgono sul podio delle priorità da risolvere, poi
tutto viene dopo e in secondo piano.
“Uno dei grandi problemi di Dipignano – ci spiega
Franco Catanzariti, candidato nella lista Uniti nel Centro Sinistra del
capolista Guglielmo Guzzo – di cui nessuno parla, è la mancanza assoluta di
spazi di aggregazione e luoghi dove esprimere cultura, in ogni sua forma. Il
mio intento in futuro è quello di promuovere una Casa delle Culture seguendo il
modello di Costanza. Un luogo dove incontrarsi, discutere, guardare dei film,
visitare delle mostre. Un progetto concreto e facilmente realizzabile, che
superi quella logica, ormai antiquata, di una cultura riservata solo a pochi e sedicenti
intellettuali locali, tanto di moda nell’attuale campagna elettorale”.
“Un progetto che guarda a tutti – continua
Catanzariti – senza esclusione alcuna, da mettere in pratica in uno dei tanti
spazi abbandonati per la disattenzione dell’attuale giunta comunale. Un esempio
su tutti lo splendido Convento dei Cappuccini. Adeguatamente ristrutturati
questi spazi potrebbero offrire dei servizi efficienti come una biblioteca
comunale, una cineteca con sala proiezione, postazioni internet gratuite e stanze
adibite a mostre, convegni e spettacoli. Una cultura insomma che rispecchi la
società del nostro tempo, libera e soprattutto che sia per tutti”.
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