L’annuncio dell’armistizio , segnò uno sbandamento generale e non
tutti sapevano cosa fare; alcuni militari dipignanesi ritornarono
subito, altri dovettero collaborare con gli alleati, altri ancora,
rimasero con i tedeschi , altri (Pietro Borrelli) ancora continuarono
a combattere con i partigiani, e per qualcunosi richiedeva il
sacrificio estremo, ricordiamo Guerino Ciadullo di Laurignano che al
grido di viva la libertà fu fucilato dai nazi-fasciti nella piazza di
Busca (CU), sia a Busca che a Laurignano esiste una lapide in ricordo
di questo eroe.
A Dipignano rimase , come commissario prefettizio l'ex vice podestà
Giuseppe Caruso, ma nel novembre del 1943 fu sostituito da Giovannino
Serra, che incontrò non poche difficoltà ad amministrare la cosa
pubblica.
Nel convento della Riforma si ospitarono dei profughi che vivevano
nell’indigenza, intanto si apriva a Brunetta la Camera del Lavoro, e
nella vita politica si risvegliava con nuovo ardore Don Ciccio Cozza
per la Democrazia Cristiana e mastru Geniu ‘e Pisciantinu (Eugenio
Guercio) per il Partito Comunista, coadiuvato da “u Prufessurellu”
(Francesco D’Alessandro) chiamato così per via dell’età e della
statura, e da Genuzzu e Patarano (Eugenio Greco).
Un illustre dipignanese nel campo della medicina fu il dott. Mario
Valentini, direttore dell’Ospedale Civile di Cosenza, che lontano
dalla vita politica, era sempre disponibile per le alte capacità
professionali ed umane ad aiutare la Comunità e i dipignanesi.
Alla morte del commissario Serra, gli subentrò nella carica, nel
giugno del 1944. Renato De Stefano, il quale restava in carica per
circa un anno, e nel 1945 era nominato Sindaco Paolo Nicoletti,
toccava proprio a lui gestire la svolta istituzionale, infatti si
stava avvicinando il referendum popolare fra Monarchia e Repubblica,
per incisivo in un comizio molto affollato, Don Ciccio Cozza, affermò
che il suo partito , la Democrazia Cristiana, si teneva neutrale alla
cosa, ma lui no, avrebbe votato Repubblica, suscitò un vero putiferio,
e fu acclamato anche dagli avversari politici, putiferio che l’allora
comandante dell’ Arma dei Carabinieri, Pietropaolo, non riuscì a
domare. E così anche a Dipingano vinse la repubblica. Nelle elezioni
amministrative del 1946 , Paolo Nicoletti fu eletto Sindaco, e fu il
primo Sindaco di Dipingano eletto a suffragio popolare, nel 1948 gli
subentrò Armando Caruso, che rimase alla guida del Comune per diverse
legislature.
Anche Dipingano fu conquistato dall’americanismo, che si dimostrava in
vari aspetti della vita sociale, dal mangiare, al vestirsi,
all’atteggiamento dinoccolato, alla musica, forse si ricorderà
“L’Americano di Alberto Sordi”. Ricordiamo, a questo proposito Ciccone
(Franco Caruso), appassionato e bravo chitarrista. Ciccone era un
autodidatta; attorniato dagli amici, si fermava ad un qualsiasi angolo
della strada e suonava musica jazz per ore intere.
Ben presto però il fenomeno dell’emigrazione si riaprì, il Sud non si
era ripreso come il Nord, perciò si partì e si aprirono nuove
frontiere: Belgio, Lussemburgo, Svizzera ed in seguito anche la
Germania, quando questa riuscì a risollevarsi dal disastro della
guerra, ma con l’emigrazione verso la Germania, ormai siamo arrivati
ai giorni nostri.
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