Per una visione
reale della composizione delle classi sociali nella popolazione di
Dipignano (nel XVIII secolo) e per la distribuzione dei fuochi,
analizziamo i dati contenuti nelle tavole I e II, dai quali possiamo
dedurre quanto segue: tra gli abitanti vi erano n. 260 capofuoco dei
quali n. 137 erano sposati, avevano n. 277 figli maschi e n. 289
figlie femmine, per complessivi n. 566 figli. Vi erano, inoltre, quali
membri delle famiglie (padri, madri, fratelli, sorelle ecc.) n. 160
maschi e n. 313 femmine, oltre a conviventi estranei (persone addette
ai sevizi, garzoni, pastori ecc.) dei quali n. 23 maschi e n. 17
femmine; in totale una popolazione di 1476 abitanti. Il fuoco non era
altro che la famiglia soggetta a tributo. Veniva così chiamato in
quanto le famiglie che dovevano essere tassate lasciavano tracce della
loro fuga, ai Reggimentali che erano incaricati di tassarle, nel fuoco
spento dei camini. I fuochi avevano una composizione media di circa 6
persone ed, infatti, troviamo n. 161 fuochi composti da i a 6 persone;
n. 70 fuochi composti da 7 a 10 persone e n. 22 fuochi con un numero
di persone superiore a 10. Considerando i mezzi economici che allora
avevano a disposizione, possiamo considerare numerosi i componenti di
oltre il 50% dei fuochi, ma se analizziamo il sistema di vita ed il
modo come veniva concepita, possiamo concludere che nelle famiglie di
allora, ogni componente poteva e doveva contribuire al bene della
comunità con quanto le sue forze gli permettevano di produrre.
Difatti, i ragazzi erano adibiti a sbrigare qualche piccolo lavoro e
lo dimostra il fatto che quando questi avevano compiuto il 14° anno di
età, venivano tassati per metà di quello corrispondente al mestiere
eventualmente praticato da adulto. Le donne, quelle più giovani,
sbrigavano diversi lavori in campagna, e quelle meno giovani si
dedicavano alle faccende domestiche o filavano lino o lana per poi
ricavarne dei tessuti e degli indumenti.
Esaminando più analiticamente la popolazione della nostra Università,
possiamo constatare come, numericamente ed economicamente, erano
composte le diverse classi sociali. Inabili viventi erano
rappresentati da n. 21 fuochi, con n. 143componenti tra famigliari ed
estranei. Tranne Marco Serafino Moscano, il Mag.co Don Gabriele Aloe
ed il Dott. Fisico Giovanni Calasso, che risultavano non possedere
nulla, tutti gli altri, chi piu chi meno erano proprietari. Categoria
meno numerosa, ma meglio agiata dei nobili era il clero, che oltre
alla proprietà privata accresceva continuamente la sua ricchezza con
lasciti fatti da molti e con affissioni di censi annui fatti da
cittadini bonatenenti sulle loro proprietà a favore di questa o quella
parrocchia. Vi erano n. 14 sacerdoti, con n. 13 componenti le loro
famiglie, per complessive n.27 persone. Dopo la nobiltà ed il clero
rimane da esaminare il ceto medio formato da artigiani, commercianti
ecc. Il questo ceto il gruppo più numeroso era quello dei venditori di
caldaie, con n. 50 capifuoco dei quali n.39 sposati e con a carico n.
52 figli maschi e n. 61 figlie femmine, n. 105 parenti conviventi, dei
quali n. 36 maschi e n. 69 femmine oltre a n. 5 estranei maschi pure
conviventi per un totale di n. 312 persone. Seguivano i bracciali con
30 capofuoco dei quali n. 17 sposati e con a carico n. 34 figli
maschi, n. 28 figlie femmine, n. 32 parenti maschi, n. 55 parenti
femmine e con un solo estraneo convivente per complessive n. 197
persone. Fra gli artigiani meritano di essere citati i maestri
ramaioli che erano 8 dei quali 5 sposati con a carico 1 7 figli maschi
e n. 23 figlie femmine, n. 16 parenti: 8 maschi e 8 femmine
conviventi, oltre i 4 estranei, 2 maschi e 2 femmine per complessive
n. 75 persone.
Era la categoria economicamente più forte.Tra le categorie
appartenenti al ceto medio possiamo notare i lavoranti ramaioli con n.
15 capofuoco dei quali n. 12 sposati e con un totale complessivo di n.
109 conviventi; i conciatori di caldaie con n. 11 capifuoco dei quali
6 sposati e formanti un nucleo di n. 60 conviventi; i maestri ferrai
con n. 5 capifuoco e complessive n. 25 persone ed infine i massari con
n. 6 capifuoco e n. 48 persone conviventi. Queste categorie avevano
tutte un reddito superiore alla media.
Da “Dipingano nel 1700” di S. Brich |