Un
libro di Franco Greco su un mondo che va perdendosi
La civiltà del rame
dei calderai di Dipignano
Si potrebbe pensare che questo sia un volume su un piccolo paese
calabrese e i suoi artigiani. Invece Gente Calderaia (Ed. Le nuvole) di
Franco Greco è un libro su una cultura, un'arte, un mondo che, come dice
l'autore, «non è più dell'anagrafe, ma del cuore». Un mondo che però non
va osservato con gii occhi. della nostalgia, ma con quelli
dell'intelligenza e dell'amore per comprenderlo nel suo vero • valore,
per capirlo non solo e non tanto come luogo del ricordo, ma per
interpretarlo come opportunità per il futuro. Greco racconta in poco più
di 200 pagine la civiltà del rame dei calderai di Dipignano e lo fa
partendo dai suoi ricordi personali e familiari (suo padre Luigi è stato
protagonista di quell'arte del rame) e facendoli diventare la premessa
di un racconto avvincente e molto più ampio sulla storia del lavoro del
rame in Calabria nel XIX secolo, sulla fonderia delle campane, sugli
utensili di rame nella vita e nel lavoro della società contadina.
Tutto questo accompagnato da brani di scrittori sul tema e da un corredo
fotografico che completano il libro. L'autorevole presentazione
dell'antropologo Vito Teti, che introduce il testo di Greco, riassume
bene i contenuti e il senso del libro quando afferma che l'autore «ci
consegna frammenti significativi di una cultura artigiana e materiale,
... risalente al mondo antico...» ma allo stesso tempo ci da «
un'indicazione , un insegnamento per il presente. Lo stesso universo
perduto potrebbe diventare ... anche una risorsa, una nuova
possibilità...».
Il libro raccontala nascita
dell'arte del rame rifacendosi al periodo normanno quando Ruggero il
Guiscardo permise in Calabria lo sfruttamento delle risorse minerarie e
da qui fino alla nascita, a partire dal '300, dell'artigianato del rame
a Dipignano dove divenne una fiorente attività economica che aveva al
centro il lavoro dei"quadarari". Il racconto diviene più vivo, "di
carne", quando narra le vite dei "mastri" artigiani del secolo scorso
che l'autore ha conosciuto e dei quali ha apprezzato l'arte, la cultura
e la fatica. Di quella gente che sapeva creare oggetti di grande valore
pratico per tutti i momenti chiave della vita contadina: i pranzi per le
feste e per i contadini durante i lavori nei campi, la cottura
delle conserve o della carne del maiale, nutrimento ricco per chi faceva
lavori duri. Bisogna leggere il libro di Franco Greco per poterlo
apprezzare a pieno. Un libro che oltre a raccontare una storia nobile ci
ricorda anche che per la nostra terra ci sarà futuro se sapremo mettere
al centro del nuovo di produrre "l'uomo artigiano", se sapremo
agire da accumulatori di conoscenza come i maven
di Malcolm Gladwell che riescono a trasferire le loro competenze e
le conosce agli altri arricchendo l'intera società. |