Cosi Domenico Talia su "Il Quotidiano" del 4/10/2010

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Un libro di Franco Greco su un mondo che va perdendosi

La civiltà del rame 

dei calderai di Dipignano

 

        Si potrebbe pensare che questo sia un volume su un piccolo paese calabrese e i suoi artigiani. Invece Gente Calderaia (Ed. Le nuvole) di Franco Greco è un libro su una cultura, un'arte, un mondo che, come dice l'autore, «non è più dell'anagrafe, ma del cuore». Un mondo che però non va osservato con gii occhi. della nostalgia, ma con quelli dell'intelligenza e dell'amore per comprenderlo nel suo vero • valore, per capirlo non solo e non tanto come luogo del ricordo, ma per interpretarlo come opportunità per il futuro. Greco racconta in poco più di 200 pagine la civiltà del rame dei calderai di Dipignano e lo fa partendo dai suoi ricordi personali e familiari (suo padre Luigi è stato protagonista di quell'arte del rame) e facendoli diventare la premessa di un racconto avvincente e molto più ampio sulla storia del lavoro del rame in Calabria nel XIX secolo, sulla fonderia delle campane, sugli utensili di rame nella vita e nel lavoro della società contadina.  Tutto questo accompagnato da brani di scrittori sul tema e da un corredo fotografico che completano il libro. L'autorevole presentazione dell'antropologo Vito Teti, che introduce il testo di Greco, riassume bene i contenuti e il senso del libro quando afferma che l'autore «ci consegna frammenti significativi di una cultura artigiana e materiale, ... risalente al mondo antico...» ma allo stesso tempo ci da « un'indicazione , un insegnamento per il presente. Lo stesso universo perduto potrebbe diventare ... anche una risorsa, una nuova possibilità...».

Il libro raccontala nascita dell'arte del rame rifacendosi al periodo normanno quando Ruggero il Guiscardo permise in Calabria lo sfruttamento delle risorse minerarie e da qui fino alla nascita, a partire dal '300, dell'artigianato del rame a Dipignano dove divenne una fiorente attività economica che aveva al centro il lavoro dei"quadarari". Il racconto diviene più vivo, "di carne", quando narra le vite dei "mastri" artigiani del secolo scorso che l'autore ha conosciuto e dei quali ha apprezzato l'arte, la cultura e la fatica. Di quella gente che sapeva creare oggetti di grande valore pratico per tutti i momenti chiave della vita contadina: i pranzi per le feste e per i contadini durante i  lavori nei campi, la cottura delle conserve o della carne del maiale, nutrimento ricco per chi faceva lavori duri. Bisogna leggere il libro di Franco Greco per poterlo apprezzare a pieno. Un libro che oltre a raccontare una storia nobile ci ricorda anche che per la nostra terra ci sarà futuro se sapremo mettere al centro del nuovo  di produrre "l'uomo artigiano", se sapremo  agire da accumulatori di conoscenza  come i maven  di Malcolm Gladwell che  riescono a trasferire le loro competenze e le conosce agli altri arricchendo l'intera società.