Pasquale
Rossi (1867-1905), condannato finora ad un ingiusto silenzio, oltre
che figlio illustre di Cosenza, fu lo "psicologo collettivo" capace
di rovesciare le tesi antipopolari delle scienze sociali del tempo
vive molto egli scrisse di se stesso – nel cielo dello studio e dei
sogni e crede ad un mondo di latte e miele, nel quale gli uomini
sono angeli e i demoni sono, da lungo tempo scomparsi"). ma fu anche
il medico filantropo ricordato dalle classi meno abbienti di Cosenza
e della sua provincia, "pieno d'una bontà eccessiva d'animo" per la
sua straordinaria opera umanitaria. Ma Rossi fu anche uomo politico
serio, amministratore attento delta cosa pubblica, socialista attivo
e realista capace di leggere nel segno dei tempi e, come un
"veggente", proiettare il suo pensiero e la sua azione verso un
futuro, che il grande scienziato pensò e volle diverso. Rossi si
adoperò affinchè il futuro del Mezzogiorno, dei calabresi in
particolare, fosse migliore, affinché fosse un "futuro senza
demoni".
"Di formazione culturale positivistica - data anche la sua
formazione professionale di medico -, pur rivolto però, su
sollecitazione di attente letture marxiane che smussarono non poco
le asprezze del positivismo più schematico, verso i bisogni più
impellenti della popolazione e soprattutto verso quelli delle classi
subalterne. Rossi, che viveva ed operava nell'Italia Meridionale ed
era consapevole della situazione in essa determinatasi e che andava
definendosi sempre più come la Questione meridionale dello Stato
unitario, non poteva non trovare come punto di riferimento politico
se non il socialismo riformista, al quale aderì adoperandosi da
attivo protagonista nella Cosenza del tempo e ottenendo concreti
risultati per l'elevazione dei ceti subalterni" (Tobia Cornacchioli,
dall'introduzione al volume: P.Rossi Le "Rumanze ed il Folk-lore in
Calabria". Pellegrini editore, Cosenza, 1983, p.19).
Vorrei aggiungere che il primo approccio con le complesse tematiche
psicologico-collettive fu suggerito a Rossi proprio dal suo impegno
politico.
Ed è egli stesso che, qualche anno più tardi, avrà modo di
confessarlo scrivendo: "Me insciente, io mi trovavo in un filone di
pensiero nuovo: uno spostamento si era venuto operando nel campo
della mia coscienza e l'interesse pratico era passato in seconda
linea e si era venuto affermando un interesse altamente
scientifico". (P.Rossi. L'animo della folla. Cosenza. Tipografia "La
Lotta", 1909. Il ediz., p.XII)
Della breve ma intensa vita scientifica di Pasquale Rossi (morto a
Tessano a soli trentotto anni) dobbiamo sottolineare la modernità di
vedute politiche e la straordinaria capacità di interpretare i nuovi
tempi che anche nella periferica Calabria di fine Ottocento si
intravedevano. Mi piace mettere in evidenza soprattutto il suo
rigore scientifico che, animato da uno sguardo disincantato sulla
società, fu in condizione di capovolgere un'interpretazione
classista delle folle, considerate masse passive da contenere e
reprimere, e non. Come dimostrò Rossi, serbatoi di pensiero, di
genialità, di progresso. L anonima e tanto vituperata folla - entità
criminogena secondo gli psicologi conservatori del tempo - con
Pasquale Rossi, e grazie ai suoi studi ed alla sua attività politica
e amministrativa, s'innalzò al rango di proletariato, di
protagonista cosciente nel fiume della storia.
Nel corso del "Quinto Congresso Internazionale di Psicologia", che
si svolse a Roma dal 26 al 30 aprile del 1905, lo scienziato
cosentino presentò sei "memorie", riscuotendo un notevole successo
negli alti cieli della scienza a cui era arrivato attraverso le vie
ardue dello studio e della ricerca. Nella prima delle sue "memorie",
in quella dedicata alla Demopedia ebbe modo di riaffermare il suo
progetto che, secondo la sua prospettiva, doveva essere il progetto
della psicologia collettiva e della psicologia sociale:
"l'educazione delle masse". Nello stesso tempo Cosenza, negli anni
in cui Rossi rifletteva, studiava e agiva, si trasformava in uno
straordinario laboratorio culturale e sociale, che riusci a
proiettare alcuni frutti della società cittadina anche verso
l'Europa e il resto del mondo, grazie anche a personalità di rilievo
del tempo come Bonaventura Z u m b i n i , Nicola Misasi, Bernardino
Alimena, e numerosi studiosi che furono capaci di proiettare il loro
ingegno e la loro luce oltre gli angusti confini calabresi. Non è un
caso, infatti, che lo scienziato di Cosenza sia stato studiato
finora più all'estero che in Italia. Lo ha dimostrato, in un
convegno di grande interesse, svoltosi a Cosenza nell'ottobre del
1997, Robert Park, un sociologo americano che agli inizi del
Novecento studiò in Germania per ritornare poi negli Stati Uniti e
partecipare all'esperienza della Scuola di Chicago, nell'ambito dei
cui interessi scrisse un agile e utile volumetto intitolato "La
folla e il pubblico", tradotto ora anche in Italia, e nel quale fra
gli studiosi del fenomeno della folla cita Pasquale Rossi,
prestigioso e poliedrico studioso, nei cui studi, scrive Park. "la
dottrina della psicologia collettiva trova la sua espressione più
completa e chiara”. Da quanto detto appare evidente che Pasquale
Rossi visse la sua breve esistenza da uomo operoso e fattivo, da
protagonista, da socialista cosciente, battendosi con costanza
perché proprio dalla classe agiata e dominante venisse l'iniziativa
riformatrice a beneficio delle masse popolari, specie rurali. "Egli
cittadino, medico, accademico, scienziato, apostolo, si convinse ben
presto - e cercò di convincere anche gli altri - che tutti i
problemi, e il problema italiano, e il problema calabrese, e il
problema cosentino, sono. in fondo, problemi di educazione e di
cultura.
Chi sa può. chi sa vuole con coscienza, chi sa è tollerato, chi sa
che tutte le idee e tutte le istituzioni arrivano quando possono e
debbono arrivare. Chi sa è convinto che, senza educazione e senza
cultura, tutte le agitazioni - rosse e nere –non originano che
inutili e dannose ribellioni, o sette. Chi sa è convinto che il
libero pensiero, senza educazione, senza cultura, non genera che
bestemmie ' (L'Avvenire. In memoria di Pasquale Rossi, Cosenzs 23
settembre 1905).
Del calabrese Pasquale Rossi, scienziato di fama intemazionale,
membro dell'Istituto Internazionale di Parigi e Doctor Honoris Causa
dell'Università di Londra, le nuove generazioni, purtroppo, sanno
poco o nulla. E se si consultano le grandi enciclopedie, le quali
pure ricordano figure minori o irrilevanti della cultura italiana,
non si rintraccia su di lui ne una nota biografica ne un rigo di
commento.
Che gli sia stata dedicata una via cittadina nella sua Cosenza e
qualche convegno di studi non significa averlo onorato ne tanto meno
aver contribuito nel modo migliore a perpetuare il suo ricordo, se
poi. con trascuratezza, si è consentito che il nome di Pasquale
Rossi diventasse per le giovani generazioni un nome vuoto, come è
successo a quelli di tanti altri concittadini, che pure hanno ben
meritato. Di Pasquale Rossi, sociologo valoroso e geniale psicologo,
la storia è ancora quasi tutta da scrivere.
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