Navi di Lazzaro e treni del sole

Home

Puoi strappare un uomo dal proprio paese.
ma non un paese dal cuore di un uomo.

John Strayton

Dedico questo libro
agli emigranti calabresi nel mondo,
in particolar modo ai calabresi d'Argentina,
con l'augurio che possano ritrovare la via
della rinascita e della speranza.

F.M.G.

 Così nella prefazione il Prof. Giuseppe Nicoletti:

"..... Difficile immaginare che con l'emigrazione e lo sradicamento dalle proprie origini e dagli affetti più cari, dipignanesi e tanti calabresi e meridionali non abbiano provato stati d'animo e vissuto situazioni molto simili tra loro,pur nella sostanziale diversità dei flussi migratori precedenti e successivi al 1945. Si va dall'esaltazione dello spirito pionieristico e di sacrificio alle più o meno travagliate condizioni di inserimento nelle nuove società di destinazione; dalla partecipazione attiva al processo di sviluppo di comunità diverse dalla propria alla gratificazione delle capacità professionali ed intellettuali; dall'orgoglio di nuova appartenenza alla nostalgia e ricordo perenne della propria terra, nell'attesa di un possibile ritorno in età più matura...." ed ancora: "....Come figlio di emigrati in Argentina e per essere nato Buenos Aires, Franco Michele Greco non poteva offrire al lettore un'analisi fredda e distaccata di cento anni delle vicende umane che è riuscito ad indagare, ricucire e riproporre. Si va dal primo periodo (fine '800-1940) alla seconda e più diversificata ondata migratoria ( 1945-1975); dalle destinazioni verso Nord e Sud America a quelle verso Canada, Australia, Europa centro-settentrionale. E si passa, senza soluzione di continuità espositiva, dall'analisi storico-sociologica , supportata dai molti richiami bibliografici, alle vibranti testimonianze verbali e scritte di tanti dipignanesi lontani dalla Calabria solo geograficamente. ......... Infine, pur nella sintesi imposta, ha trovato collocazione anche quell'importante "messaggio di comunicazione familiare" che sono le foto degli emigrati. Un tale approccio, senza nulla togliere al rigore scientifico del ricercatore di provate capacità e scrupolosità, rende ancora più realistici e palpitanti pezzi di storia di tante popolazioni che, nella buona come nella cattiva sorte, emigrate o immigrate, hanno dovuto innanzitutto lottare nella propria intimità soggettiva prima che nella società, per ritrovare la necessaria serenità individuale e familiare."

Cosi l'Autore:

L'emigrazione ha rappresentato un fattore decisivo per la trasformazione della società calabrese, non solo per il determinante apporto economico costituito dalle rimesse, maimancate in particolare nei momenti di maggiore difficoltà della nostra storia, ma anche per l'arricchimento culturale di cui le nostre collettività all 'estero sono state fonte e tramite,contribuendo in maniera significativa alla diffusione e al rafforzamento delle conoscenze della nostra terra. Fonti diverse sono entrate a far parte del patrimonio documentario necessario al percorso delle ricerche: dai diari alle testimonianze orali, dalla corrispondenza personale alle fotografìe. Si è rivolta la attenzione all'aspetto «personale» del fenomeno, con indagini sulle scelte individuali, sui fattori che le hanno influenzate e sulla complessa rete di rapporti familiari, amicali, di campanile che hanno legato e sostenuto l'emigrante, prima e dopo l'esodo. I dati riportati, piuttosto che sollecitare, come troppe volte accade, nostalgiche riflessioni, devono essere acquisiti al patrimonio della nostra cultura come elemento di forza: le battaglie individuali dei calabresi nel mondo hanno contribuito fortemente al lungo processo di formazione dell'identità nazionale; essere calabresi all'estero ha significato riscoprire e rinsaldare le comuni radici. È oggi un dovere dei calabresi recuperare la memoria del percorso che gli emigranti hanno saputo tracciare nelle "nuove patrie".