Curiosità e avvenimenti della Dipignano del primo Novecento
La Storia si può
raccontare non solo attraverso le fonti documentarie e archivistiche
ma anche attraverso i giornali e i periodici d’epoca.
Le
vecchie cronache del primo Novecento sono utili, ad esempio, a
rispolverare una parte di storia del costume del nostro paese dove
il bianco e il nero, il sacro e il profano, il bene e il male si
fondono in una realtà eterogenea ma in evoluzione con i tempi.
Quelle che il lettore troverà in questo articolo sono notizie, forse
frammentarie, ma, credo, interessanti e che meritano di ritornare
alla luce e di essere rivalutate. Sono piccoli avvenimenti, che al
momento emozionarono, scossero il paese, inserendo una tessera nel
mosaico della storia, della piccola vera storia di Dipignano. Voglio
sperare che il benevolo lettore de “il fermento” le leggerà con
quello stesso amore verso la comunità dipignanese con cui il
sottoscritto le ha raccolte e date alla stampa.
“Corrispondenze-
Da Dipignano (Il Giornale di Calabria, Cosenza 20 novembre 1903)
(Caputo F.) – E’ stato tratto in arresto il pregiudicato Pasquale Cristella – sorvegliato speciale, che da più di due anni scorazzava
la campagna arrecando noia e pericolo a questo nostro comune.
Va lodato per tale importante servizio il carabiniere Longo
Salvatore – che adempiendo con zelo ai suoi doveri, ha saputo
acquistare la benemerenza di questo paesello, mettendo a posto,
quando occorra, anche chi ha la testa d’oro… e i piedi d’argilla.
Questi distinti Carabinieri vengono ora comandati dal brigadiere
Ariane persona dotata di profonda esperienza e di imparzialità
unica.
Sappiamo di una lettera anonima ricevuta dal direttore delle
poste, con la quale si metteva in cattiva luce questo nostro
Ufficiale Postale, ch’è poi un perfetto funzionario scrupoloso dei
suoi doveri.
Siamo certi però, che nessun peso potrà dare a certe vigliacche
insinuazioni l’egregio superiore.
“Da Dipignano- Ferimento” (Cronaca di Calabria, Cosenza
31.1.1904) Ci scrivono da Dipignano, 25: Stamane per
ragioni d’interesse, il contadino Guercio Salvatore, in aperta
campagna, veniva a questione con Ciardullo Francesco ed i figli di
costui Fedele e Salvatore coloni con il sig. Saverio Caruso. Dalle
parole passati a vie di fatto, il Ciardullo Salvatore con un colpo
di scure produceva al Guercio una ferita nella regione occipitale,
guaribile oltre il 10° giorno. Il feritore Ciardullo non è stato
potuto trasportare in queste carceri avendogli il dottor Petroni
riscontrato in una gamba una ferita da taglio.
Francesco e Fedele si sono resi latitanti.
“Nel mondo occulto-Una povera donna vittima degli spiriti” (Cronaca di Calabria, Cosenza 16 marzo 1905) In Tessano, frazione di questo Comune, da parecchi giorni la pace
e la tranquillità sono sparite dalla casetta dell’ottantaquattrenne
Bruno Innocenza. La manifestazione di fenomeni spiritici n’è la
causa, e sono: bastoni che lasciano il loro posto per andare a
percuotere la Bruno; pezzi di salame appesi al soffitto che se ne
distaccano per andarsi a posare sulla testa e sugli omeri della
vecchia; acqua che viene giù dal tavolato; oggetti che si bruciano
dentro le casse senza che esternamente il fuoco lasciasse alcuna
traccia.
Pochi sono i creduli e molti gli increduli. Tra i primi bisogna
annoverare l’avv.Filippo Coscarella, giovane intelligentissimo, il
quale mi ha assicurato che, presente lui, una scarpa, che si trovava
in un luogo recondito della casa, ha preso il volo per andare a
percuotere la Bruno alle spalle.
La povera vecchia, presa così di mira dagli spiriti, non la tirerà a
lungo.
“Messaggeria-Pretura-Un Funzionario” (Cronaca di Calabria,
Cosenza 23.3.1905) Ci scrivono da Dipignano, 20: Col 1° aprile
la messaggeria incomincia a prestare servizio da Dipignano a
Cosenza.
Con tal servizio questo paese, ch’è uno dei più belli della
Provincia, vicinissimo a Cosenza, con acque ed arie ottime, con una
piazza che offre tutto, macellandosi anche di està la carne di
vitella, diventerà certamente la villeggiatura di chi fugge il caldo
ed ha bisogno di respirare aria salubre.
Da circa un anno questa Pretura è priva del suo titolare. L’egregio
avv.Eugenio Mele, a scapito dei suoi affari, disimpegna la carica di
vice-Pretore, ma è tempo oramai che il Ministero provveda.
Da poco tempo è venuto a comandare questa stazione dei Reali
carabinieri il brigadiere Bruno Emiliano, il quale adempisce
scrupolosamente ai suoi doveri e si ha conquistato la stima di ogni
classe di cittadini.
“Grave disgrazia evitata” (Cronaca di Calabria,
Cosenza 1 settembre 1910) Ci scrivono da Dipignano, 24: ieri
nella carrozza che fa servizio giornaliero da Dipignano a Cosenza,
per poco undici persone, molte delle quali fra le più distinte di
questo paese, non hanno lasciato la vita.
Eccovi in breve i particolari:
La carrozza era partita piena più del solito e propriamente coi
signori Francesco Aloe, Beniamino Mele, Pasquale Aloe, Saverio
Caruso, Sarrotto Serra, Nicola Plastina, il sarto Pasquale Bruno, il
negoziante Fortunato Fiorini col genero Domenico Scornaienchi ed
altri due.
Giunta in vicinanza di Cosenza, a circa cento metri dalla barriera
daziaria, uno dei cavalli spaventatosi alla vista di una tela
impermeabile che copriva dei melloni depositati nella cunetta
stradale, in un attimo trascinò la carrozza sul ciglio della
scarpata a valle, precipitandola da una altezza di quattro metri e
riducendola in frantumi.
Della tremenda caduta il ferito più grave è il Plastina il quale
ha riportato frattura della clavicola e rottura di due costole,
guaribile oltre i quaranta giorni, mentre fortunatamente gli altri
hanno riportato delle contusioni più o meno forti.
E si deve al pronto soccorso dei cittadini vicini e delle guardie
daziarie se si è potuta evitare una disgrazia mortale, perché la
maggior parte dei nostri poveri amici quasi sepolti sotto i rottami
del legno stavano per morire di asfissia.
Il fatto ha prodotto enorme impressione e tutti gioiscono delle
lievi conseguenze che hanno evitato un lutto gravissimo.
Noi nel congratularci da queste colonne con i cari amici nostri,
miracolosamente scampati al grave pericolo, ci volgiamo augurare che
da oggi in poi il servizio della carrozza sia meglio ordinato.
“Laurignano-Inaugurazione” (Cronaca di Calabria, Cosenza 7
gennaio 1912)- Il primo gennaio si inaugurò una bella e
grandiosa pompa, nel convento dei PP.Passionisti che serve a
diramare per tutto il convento l’acqua di una ampia cisterna testè
restaurata.
“Una giusta protesta- Dimostrazioni e malcontento-L’azione della
Prefettura” (La Regione, Cosenza 21 gennaio 1912)
– Dipignano, 18 gennaio: Da parecchi giorni
serpeggiava in tutto questo territorio vivissimo ed irrefrenabile il
malcontento per il sopruso che si consumava in danno dei poveri
contadini con l’applicazione della tassa focatico; contravvenendo,
in tal modo: apertamente quanto è stabilito dalla legge sulle
Calabrie. Domenica scorsa irruppe, in una dimostrazione imponente e
rumorosa, lo stato d’animo di questa popolazione che pensò di
recarsi a Cosenza per poter sentire direttamente, alta e solenne la
voce del suo diritto, al Prefetto Comm. Castrucci. Ed infatti più di
trecento persone, guidate dall’avv. Eugenio Serra, senza vani gridi
e senza inutile sfoggio di bandiere, si recarono a Cosenza ed al
Prefetto presentarono la giusta ragione del loro risentimento, nel
modo più sereno e più solenne.
Ed il Prefetto giustamente impressionato accolse benevolmente la
rappresentanza, promettendo di provvedere subito ed equamente…
Dipignano (La Scintilla 18 luglio 1914) Contro i
vagheggini della sciammerga le scarpe grosse dei
vanghieri, contro i signori, rimasti per tanti anni al Comune, i
villani della campagna, desiderosi una volta tanto di scacciarneli.
Organizzatori di questa crociata di conquista e di esterminio
Giovanni ed Eugenio Serra. Ma lo sforzo di ardore e di audacia non
ha conseguito il successo della buona causa e la vittoria della
vecchia amministrazione che rientra è stata annunziata tra petardi
di salve al grido di W.la Sciammerga!
Non di meno; l’asprezza della lotta al Comune non ha avuto
strascichi per l’elezione al Consiglio Provinciale. Cesare Quintieri
era il candidato delle due parti avverse, e su di lui convergevano
le adesioni di stima e di omaggio nell’uno e nell’altro campo. Le
qualità superiori del candidato escludevano ogni ardore di ostilità,
donde la splendida votazione riportata da Cesare Quintieri nel
consenso unanime di tregua dei belligeranti.
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