Nell'Opera di Greco rivive
l'epopea del rame
"C'era una volta l'artigianato del rame..."
con questa frase che sembra l'inizio di una fiaba inizia il libro "Gente
calderaia. Viaggio nella civiltà del rame tra l'arte del passato e
il vuoto del presente" di Franco Michele Greco edito dalla casa editrice
Le nuvole. Il volume, che vede la presentazione di Vito Teti, docente di
Etnologia e Letterature popolari dell'Uncal, sarà presentato domenica
alle 19 nel salone della sede di Dipignano della Banca di Cosenza dal
sindaco di Dipignano Guglielmo Guzzo, dal vicesindaco Vincenzo Divoto
dall'assessore al Turismo Pino Veltri, dall'editore Luigi Cipparrone,
dalla relazione dell'antropologo musicale Amedeo Fera e dallo stesso
autore moderati dal direttore generale della
Banca di Cosenza Eugenio Gallo. Durante la serata che
prevede anche le letture del poeta e scrittore Franco Araniti
accompagnate dalle percussioni di Amedeo Fera su caldaia di rame, sarà
proiettato un filmato a cura di Roberto Bottino. L'autore nel testo
prende in considerazione la storia antica e recente dell'arte di
trattare il rame. Con meticolosità illustra il lavoro dei maestri del
rame di Dipignano, dei loro manufatti indispensabili per la
cucina e offre un importante contributo alla storia della
Calabria, arricchendola di un altro importante tassello. Uno
spaccato culturale di spessore in cui rivivono i fasti di una
tradizione tramandata di padre in figlio. Greco, i cui studi sono
orientati in un ambito storico-antropologico, apre una finestra luminosa
sull'attività più coinvolgente della comunità dipignanese fin dai suoi
primordi, quella della lavorazione dell' "oro rosso", praticata nel
corso dei secoli e oggi patrimonio di pochi artigiani, per i quali
passione e abilità tecniche hanno rappresentato elementi imprescindibili
del loro "fare". Anticamente chiamato "paese dal ciclo di rame",
Dipignano era considerato il fulcro della produzione artigianale dei
manufatti in rame della Calabria. Nelle forge , infatti, si consumavano
i gesti di un un'anima. I lavori in rame ebbero maestri di eccelsa
levatura a Dipignano, come è attestato dalle fonti giunte sino a noi. I
"quadarari" costruivano utensili di ogni genere e oggetti di grande
pregio stilistico. Facevano di tutto; caccavi, caldaie, casseruole,
pignatte, bracieri, lanterne, alambicchi. Autentici capolavori che
raccontano moltissimo dell'identità e della cultura materiale calabrese.
Un libro insomma prezioso che ci offre uno spaccato interessante della
nostra terra. |