Cosi Francesca Cannataro su "Calabria Ora" del 3/09/2010

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Nell'Opera di Greco rivive l'epopea del rame

"C'era una volta l'artigianato del rame..." con questa frase che sembra l'inizio di una fiaba inizia il libro "Gente calderaia. Viaggio nella civiltà del rame tra l'arte del  passato e il vuoto del presente" di Franco Michele Greco edito dalla casa editrice Le nuvole. Il volume, che vede la presentazione di Vito Teti, docente di Etnologia e Letterature popolari dell'Uncal,   sarà  presentato domenica alle 19 nel salone della sede di Dipignano della Banca di Cosenza dal sindaco di Dipignano Guglielmo Guzzo, dal vicesindaco Vincenzo Divoto dall'assessore al Turismo Pino Veltri, dall'editore Luigi Cipparrone, dalla relazione dell'antropologo musicale Amedeo Fera e dallo stesso autore moderati dal direttore generale della Banca di Cosenza Eugenio Gallo.  Durante la serata che prevede anche le letture del poeta e scrittore  Franco Araniti accompagnate dalle percussioni di Amedeo Fera su caldaia di rame, sarà proiettato un filmato a cura di Roberto Bottino. L'autore nel testo prende in considerazione la storia antica e recente dell'arte di trattare il rame. Con meticolosità illustra il lavoro dei maestri del rame di Dipignano, dei loro  manufatti   indispensabili per la cucina e  offre un importante contributo alla storia  della Calabria, arricchendola di un  altro importante tassello. Uno spaccato culturale di spessore in cui  rivivono i fasti di una  tradizione  tramandata di padre in figlio. Greco, i cui studi sono orientati in un ambito storico-antropologico, apre una finestra luminosa sull'attività più coinvolgente della comunità dipignanese fin dai suoi primordi, quella della lavorazione dell' "oro rosso", praticata nel corso dei secoli e oggi patrimonio di pochi artigiani, per i quali passione e abilità tecniche hanno rappresentato elementi imprescindibili del loro "fare". Anticamente chiamato "paese dal ciclo di rame", Dipignano era considerato il fulcro della produzione artigianale dei manufatti in rame della Calabria. Nelle forge , infatti, si consumavano i gesti di un un'anima. I lavori in rame ebbero maestri di eccelsa levatura a Dipignano, come è attestato dalle fonti giunte sino a noi. I "quadarari" costruivano utensili di ogni genere e oggetti di grande pregio stilistico. Facevano di tutto; caccavi, caldaie, casseruole, pignatte, bracieri, lanterne, alambicchi. Autentici capolavori che raccontano moltissimo dell'identità e della cultura materiale calabrese. Un libro insomma prezioso che ci offre uno spaccato interessante della nostra terra.