Nei vari plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo
Statale di Dipignano, si sono svolti , nei giorni scorsi, alcuni interessanti
seminari sul tema: “Il rischio sismico nel Cosentino”.
I seminari sono stati tenuti dal professore Angelo
Chiappetta, geologo nonché coordinatore esecutivo del piano di evacuazione
dell’Istituto.
Gli eventi di cronaca del mese scorso in Molise,
hanno reso di grande attualità la complessa tematica legata allo studio dei
fenomeni sismici e alle necessarie misure di prevenzione e tutela.
In tal senso gli incontri, svolti sotto la
supervisione del Dirigente Scolastico, professore Giulio Guarascio, hanno
destato vivo interesse negli alunni.
Nel dibattito, che ha avuto come relatore principale
il professore Chiappetta, gli alunni hanno posto interessanti quesiti su come
comportarsi durante e dopo un terremoto nelle varie situazioni nelle quali ci
si può trovare nella vita di tutti i giorni.
Molta curiosità ha destato lo studio dei cosiddetti
segnali precursori del terremoto quali per esempio l’intorbidamento delle acque
di pozzi profondi, la variazione anomala della portata di alcuni tipi di
sorgenti, l’aumento nell’emissione naturale del sottosuolo del gas radon,
l’irrequietezza degli animali etc.
Purtroppo, allo stato attuale delle conoscenze, tali
indizi non possono essere utilizzati per una previsione attendibile ed efficace
della scossa tellurica.
Il professore Chiappetta, ha tracciato nei suoi
interventi la storia sismica dei Comuni di Dipignano e Paterno Calabro degli
ultimi mille anni, citando per ogni sisma l’epicentro, la magnitudo epicentrale
e quella nei due comuni.
Il ripercorrere la memoria storica degli eventi
sismici che hanno interessato i due comuni è importante ai fini di una
sensibilizzazione efficace nella popolazione studentesca che prende così
coscienza dell’importanza delle ripetute simulazioni di pericolo sismico fatte
a scuola.
La parte finale degli incontri è stata riservata
alla presentazione della procedura operativa del piano di emergenza, necessario
non solo in caso di sisma ma anche per svariati altri motivi di pericolo quali
l’avviso o il sospetto di ordigni esplosivi, inquinamenti dovuti a cause
esterne che rendano urgente la necessità di uscire dall’edificio piuttosto che
rimanere all’interno, crolli dovuti a cedimenti strutturali della scuola o di
edifici contigui, incendi che si sviluppano nelle vicinanze della scuola e che
potrebbero interessare l’edificio scolastico ed infine ogni altra causa
ritenuta pericolosa dal capo d’istituto.
L’esigenza di un progetto specifico riguardante lo
studio e l’esecuzione di un piano d’evacuazione della scuola nasce dalla
necessità del rispetto di quanto disposto dal D.L. 626/94 che prevede per tutti
i luoghi di lavoro una serie di adempimenti finalizzati alla realizzazione
delle misure idonee per consentire lo svolgimento delle attività lavorative in
sicurezza.
Il piano di evacuazione è stato progettato sulla
base della popolazione scolastica complessiva dell’Istituto Comprensivo di
Dipignano e del personale che opera nella scuola, tenendo conto delle
indicazioni operative fornite dalla Protezione Civile.
Anche se il Decreto Ministeriale dell’Interno del 26
agosto 1992 prevede l’obbligo di effettuare delle prove di evacuazione “almeno
due volte l’anno”, il professore Chiappetta, d’intesa con il responsabile della
sicurezza professore Paolo Pepe, in vista della prima prova di evacuazione
ufficiale che si terrà giorno 20 dicembre, ha ritenuto opportuno ripetere la
prova, per ciascun plesso (tre scuole medie, tre scuole elementari, una scuola
materna) almeno 10 volte nel periodo compreso fra novembre e la prima prova
ufficiale.
Da gennaio la prova avrà cadenza quindicinale e sarà
gestita autonomamente dai singoli responsabili della sicurezza dei vari plessi.
Da sottolineare il fatto che le prove avverranno tutte senza preavviso.
La ripetizione per un numero congruo di volte della
prova è un elemento piuttosto innovativo ed importante che non sempre avviene
nelle scuole pubbliche italiane, al contrario per esempio del Giappone, paese
modello nella gestione del rischio sismico.
“È’ appena il caso di evidenziare - sottolinea il
professore Chiappetta - come un piano di evacuazione ripetuto solo una o due
volte all’anno e preparato , il più delle volte, in fretta non abbia nessuna
utilità. L’automaticità di certi comportamenti si acquisisce, infatti, solo
mettendo continuamente in pratica la procedura prevista in caso di emergenza in
modo sinergico fra le diverse parti del mondo scolastico, in particolare docenti
ed alunni.”
Proprio in questi giorni si parla tanto della
sicurezza strutturale degli edifici scolastici, soprattutto da parte dei
genitori degli alunni, alla luce della tragedia avvenuta in Molise.
“Non tutti però, - continua il relatore principale -
evidenziano che uno dei parametri fondamentali che consente di determinare il
grado di sicurezza in una scuola è proprio l’esistenza di un efficiente piano
di evacuazione, studiato necessariamente nei minimi particolari, dalla scelta
di un punto di raccolta sicuro alla sistemazione funzionale dei banchi in
ciascuna aula.”
“L’esperienza di Dipignano, sicuramente molto
positiva a livello provinciale e regionale – chiude il dibattito il professore
Chiappetta - pone in rilievo la
necessità di individuare in ogni scuola una figura sensibile cui delegare la
responsabilità della progettazione e realizzazione del piano di emergenza,
indipendentemente dalle altre cariche riguardanti la sicurezza.”
Pubblicato il 7 Dicembre 2002 sul Quotidiano
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