P. Italo era nato a Risano di Pavia di Udine (Udine) il 13 – 12 –
1912. Dalla sua terra nativa, aveva ereditato i caratteri friulani
della sua personalità: la laboriosità, la serietà, l’applicazione, una
certa timidezza, l’amore per la terra e la natura. Molto legato e
riconoscente alla sua famiglia contadina, in particolare alla sorella,
che affettuosamente ricordava come “buon angelo custode della sua
vocazione”, aveva con coraggio seguito la sua vocazione in anni di
“dura e nera miseria… specie gli anni lunghi della guerra lassù ai
confini”.
Il cammino verso la consacrazione giuseppina lo aveva visto svolgere
il noviziato a Rivoli nel 1931 e la professione perpetua il 17 luglio
1937 a Montecchio Maggiore. Si era cimentato in esperienze di
educazione con i ragazzi più bisognosi prima a Roma presso il Tata
Giovanni, poi presso la Colonia Agricola della Bufalotta e, infine, a
Cesena presso il Lugaresi. I suoi studi teologici si svolsero a
Viterbo/La Quercia, dove coronò il sogno di essere sacerdote il 28
giugno 1942.
Pur seriamente impegnato nelle attività educative di collegio o di
scuola dove l’apostolato giuseppino lo chiamava, seppe ritagliare
tenacemente spazi da dedicare allo studio. Nel 42/43 fu a Pinerolo,
nel 43/46 ritornò per qualche anno alla Bufalotta di Roma, nel 46/50
nella scuola e nel collegio di Albano Laziale (Roma). Mentre era a
Segezia (Foggia) con incarico di economo e vice-direttore impegnato
con i difficili ragazzi dell’assistenza sociale, portò a termine i
suoi studi universitari presso l’Università di Bari, laureandosi nel
’57 in Scienze Agrarie. Destinato a Dipignano (Cosenza) in Calabria,
dove si concentravano i ragazzi orientati al seminario, conseguì
l’abilitazione in matematica e scienze dedicandosi per lungo tempo dal
’57 all’85 all’insegnamento nella Scuola Media Statale, prodigandosi
anche come direttore, economo e confessore in particolare nel
santuario dell’Ecce Homo. La terra calabra fu veramente “una cara
terra di adozione con circa trent’ anni di permanenza apostolica fatta
di bene, di sacrifici di ogni tipo, di solitudine, di lavoro
intelligente nel rapporto con tante autorità, di confidente dialogo
con il SS. mo Ecce Homo, di incontro con la gente umile e affettuosa
del paese di Dipignano, di tanto interessamento per ottenere
incredibili cantieri di lavoro, di servizio alla nostra Scuola
Apostolica”. Al ritiro della presenza della comunità giuseppina da
Dipignano, p. Italo accettò di recarsi a Napoli nella parrocchia Sacra
Famiglia con il compito di collaborare con il parroco. Nella terza
giovinezza, servì con amorevolezza le famiglie dei popolari quartieri
napoletani, Luzzatti e Ascarelli, offrendo con semplicità e tenerezza
il proprio ministero sacerdotale e pastorale per circa 17 anni.
Proprio negli ultimi anni, quando l’età anziana costringeva a
trattenerlo ritirato in casa e nella comunità religiosa, si ravvivava
nel difendere e attestare, più con la mimica che con i discorsi,
l’amore e l’affetto che sentiva nei confronti dell’opera di Napoli.
A Napoli, p.Italo è ricordato principalmente per il suo apostolato per
i malati e sopratutto per la sua disponibilità al ministero della
confessione
Parrocchia Sacra Famiglia di Napoli |